Storia
Dalla fondazione di Carbonia al diario riemerso che riaccende il mistero di Giovanni Serra.
La città che nasce dalla miniera
Nel 1938 viene inaugurata Carbonia, città progettata per ospitare i minatori della
Grande Miniera di Serbariu e le loro famiglie. Turni serrati, sirene che scandiscono le ore,
baraccamenti e nuovi alloggi: la città diventa il cuore pulsante del territorio minerario.
In questo contesto lavora Giovanni Serra, giovane minatore capace e riservato. Le sue giornate scorrono
tra gallerie, polvere e il ronzio costante delle lampade a carburo, mentre la città sopra cresce e cambia
a vista d’occhio.
lavoratori da tutta Italia, dando vita a quartieri, spazi comuni e luoghi che oggi riconosciamo nelle strade
e nelle piazze del centro.
Il ritrovamento
Durante una manutenzione in una galleria secondaria, Giovanni nota qualcosa di strano dietro una
butta di legno, uno dei tronchi che sostengono la volta. Sposta con cautela la tavola e trova un
piccolo sacchetto di tela nascosto tra i sostegni.
All’interno ci sono due oggetti: una piccola medaglietta metallica, incisa con un simbolo insolito,
e una pietra scura dai bagliori metallici, diversa dai frammenti di carbone che la circondano.
Alla luce della lampada, la superficie riflette una lucentezza quasi iridescente.
Giovanni non sa bene cosa abbia trovato, ma intuisce che non è qualcosa da lasciare lì. Decide di annotare
tutto su un diario personale e di spostare il ritrovamento lontano dalla galleria, in un luogo più
sicuro e meno esposto a mani curiose.
La mappa spezzata
Con il clima sempre più incerto e la sensazione che la città stia cambiando in fretta, Giovanni elabora un
piano: disegna una piccola mappa con appunti e istruzioni cifrate, e la spezza in
dodici frammenti.
Alcuni pezzi li affida a colleghi di cui si fida, altri li nasconde in luoghi allora frequentati dai minatori:
spazi comuni, depositi, zone di passaggio che nel tempo cambieranno volto. Quegli stessi luoghi, nel dopoguerra
e nei decenni successivi, diventeranno ciò che oggi conosciamo come botteghe, negozi e punti di
incontro del centro cittadino.
In una delle ultime pagine del diario si legge:
“Solo chi saprà leggere Carbonia ieri e oggi potrà ricomporre ciò che Carbonia custodisce.”
Il silenzio
Negli anni successivi, Giovanni cambia reparto e il suo nome scompare dalle voci di turno. Il diario finisce
chiuso tra quaderni, fogli di servizio e documenti tecnici. I frammenti della mappa, nel frattempo, si
disperdono tra traslochi, chiusure, nuove gestioni e trasformazioni urbane.
Ciò che rimane è una leggenda raccontata a mezza voce: la storia di un minatore che avrebbe nascosto
qualcosa di prezioso “tra la miniera e la città”, affidandolo al tempo e ai cambiamenti di Carbonia.
Il diario riemerge
Decenni dopo, durante il riordino di materiali storici legati alla memoria mineraria, riaffiora un
quaderno consunto: è il diario di Giovanni Serra. Le pagine parlano di una medaglietta incisa, di una
pietra dai riflessi metallici e di una mappa disseminata tra luoghi che oggi riconosciamo nel tessuto urbano
di Carbonia.
I riferimenti a vie, incroci e punti di interesse coincidono con zone che oggi ospitano attività e spazi
valorizzati dal CCN Carbonia Produce, ricucendo il filo tra la città mineraria di ieri e il centro
commerciale naturale di oggi.
12 frammenti, ricomporre il QR ibrido (basato su codici legati a una griglia di
righe e colonne) e scoprire un Exit Point segreto, rivelato solo a chi completa il mosaico
digitale e mette insieme tutti i pezzi della storia.
Epilogo — Cosa stiamo cercando davvero?
L’oggetto misterioso citato da Giovanni potrebbe essere quella pietra scura dai bagliori metallici trovata
in galleria, oppure la medaglietta incisa dal significato ancora da decifrare. Qualunque sia la sua natura,
il gioco non mette in circolo un reperto originale, ma una riproduzione ufficiale, ispirata agli oggetti
descritti nel diario e coerente con il contesto minerario.
Il vero “segreto del minatore” non è solo l’oggetto in sé, ma il percorso: un cammino che parte dalla
memoria della miniera, attraversa la città contemporanea e si intreccia con le vetrine, le insegne e le persone
che oggi tengono viva Carbonia.


